Gabriele Galloni
Dal libro BESTIARIO DEI GIORNI DI FESTA
Il gatto
«Non avrai altro Dio all’infuori di me»,
miagola il gatto. È rosso a chiazze bianche –
trema fortissimo senza perché.
Il pesce rosso
Il pesce rosso è aruspice celeste;
prova tu a decifrare le stelle da un vetro –
sicuramente non ci riusciresti.
La pecora
Beve la pecora allo stesso fiume
di Eraclito; ma non è sazia mai,
ché l’acqua è troppo capriccioso nume.
La volpe
Ogni volpe avrà in sé un po’ di Mercurio,
il dio dei ladri, il dio dei truffatori.
Sarà il muso canino, il pelo spurio...
Il passero
Non ha memoria, il passero, né voglia
di ricordare; solo vola e muta
di secondo in secondo, foglia in foglia.
Il cane
Un cane con due zampe è sempre un cane.
Purché sempre ricerchi con la coda
la fissità delle cose lontane.
Il riccio
Tra gli aculei del riccio c’è la piana
di Giosafat, la valle del Giudizio;
di vivi meta e di spiriti tana.
Lo struzzo
Andando sempre avanti tutto il mondo
ci dimenticherà. Lo struzzo
preferisce così girare in tondo.
Il camaleonte
Somiglia sempre a quello che non è.
A volte è un albero, a volte un’altra bestia –
di notte capita che sembri me.
L’orso
L’orso, ritroso, smette di toccare
la compagna; si copre il muso e presto
dà al pubblico le spalle. Sogna il mare.